Terapia strumentale

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TECAR – LASER – MAGNETO

Gli strumenti al servizio della fisioterapia

POSSIBILITÀ DI NOLEGGIARE ELETTROMEDICALI COME TECAR – LASER – MAGNETO

Le terapie strumentali eseguite dalla Dottoressa Marina Gianangeli sono:

Tecarterapia

É una terapia strumentale antalgica particolarmente efficace nell’eliminare il dolore e l’infiammazione a carico soprattutto dell’apparato muscolo-scheletrico.

Stimola la produzione di energia dall’interno dei tessuti biologici attivando i naturali processi riparativi e antinfiammatori.

Particolarmente indicata per lesioni muscolari, tendinopatie, patologie osteoarticolari, distorsioni.

Ha effetti antinfiammatori, antalgici, drenanti, decontratturanti, biostimolanti.

Come funziona la Tecarterapia?

T.E.CA.R. sta ad indicare Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo ovvero il modo in cui la Tecar-terapia trasferisce energia ai tessuti.

Applicando il principio fisico del condensatore, la Tecarterapia induce all’interno dei tessuti lesi un movimento di attrazione e repulsione delle cariche elettriche degli ioni presenti nei tessuti corporei. In tal modo la tecarterapia trasferisce energia ai tessuti senza alcuna somministrazione di energia dall’esterno.

Con la Tecar si può lavorare in due modalità differenti: capacitiva e resistiva.

La modalità capacitiva rilascia più energia nei primi strati sotto l’elettrodo ed è quindi efficacie sui tessuti molli e superficiali (muscoli, sistema vascolare e linfatico).

La modalità resistiva rilascia più energia nei tessuti più profondi per questo è utilizzata per applicazioni sui tessuti ossei, cartilaginei, tendinei, aponeurotici.

Spesso, durante un trattamento si utilizzano alternativamente entrambe le modalità.

Benefici della Tecarterapia

La Tecarterapia ha diversi effetti:

  • effetto biostimolante, utile sia nei processi degenerativi che nei processi traumatici;
  • effetto drenante e antinfiammatorio, utile oltre che nelle patologie estetiche anche in quelle infiammatorie perché favorisce il deflusso venoso linfatico e l’espulsione di tossine e cataboliti;
  • effetto decontratturante, perché un incremento della temperatura può essere utile a rilassare la muscolatura;
  • effetto antidolorifico.

Quindi la Tecarterapia è in grado di accelerare i processi rigenerativi naturali dell’organismo e in particolare le riparazioni cellulari, inoltre, è in grado di ridurre il dolore con il vantaggio di velocizzare il recupero dal trauma o dalla problematica che ha colpito il corpo.

La Tecar è molto utilizzata nel trattamento degli sportivi grazie ai suoi risultati particolarmente rapidi.

Può, inoltre, coadiuvare il trattamento di diverse patologie come ad esempio l’artrosi, il mal di schiena, la spalla congelata, le cervicalgie, le distorsioni, le fratture, le tendiniti e fascite plantare.

Può essere un valido supporto nel trattamento delle contratture muscolari.

In traumatologia trova applicazione nella facilitazione del riassorbimento degli ematomi e nella biostimolazione delle lesioni muscolari.

Controindicazioni della Tecarterapia

La tecar è controindicata:

      • nei pazienti affetti da neoplasie o che sono stati affetti da tale patologia negli ultimi 10 anni per il rischio che lo stimolo biologico della tecar possa stimolare un’eventuale presenza di cellula tumorale;
      • nei pazienti in stato di gravidanza (perché si ipotizza che lo stimolo biologico indotto dalla tecar potrebbe influenzare la crescita del bambino) e nei pazienti in età pediatrica (perché si tratta di tessuti in continuo accrescimento e potrebbe alterarne la crescita);
      • nei portatori di pacemaker o qualsiasi altro device non scollegabile dal corpo (come ad esempio il device utilizzato dai diabetici per l’insulina). Il campo elettromagnetico della tecarterapia potrebbe interferire con i device, e nel caso di pacemaker, qualora si creassero delle alterazioni di funzionamento si rischierebbe di mettere in gravi condizioni il paziente. Per questo motivo è assolutamente vietato;
      • nei pazienti che soffrono di epilessia;
      • nei pazienti portatori di protesi (alcune protesi, in particolare quelle utilizzate in passato, sono altamente conduttive. Questa situazione rientra nelle controindicazioni relative perché se il paziente ha subito un intervento di protesi al ginocchio ma deve effettuare un’applicazione di tecarterapia alla spalla non c’è alcun problema nel trattamento);
      • nei pazienti con patologie dermatologiche: bisogna valutare il tipo di patologia dermatologica, e nel dubbio il fisioterapista si confronta con il medico che ha prescritto le applicazioni di tecar;
      • nei pazienti con ferite aperte: eseguire un trattamento di tecarterapia su una cicatrice non completamente chiusa potrebbe aumentare il rischio di infezione. Allo stesso tempo, effettuare tecarterapia nei distretti limitrofi non causerebbe alcun problema alla ferita;
      • nei pazienti con diabete o patologie che alterano la sensibilità cutanea (il trattamento di tecarterapia include il feedback del paziente per una buona riuscita del trattamento. Viene infatti richiesto dal fisioterapista, più volte nel corso dell’applicazione, quanto calore avverta il paziente. Ma se la persona ha dei problemi di sensibilità cutanea non può riportare un feedback veritiero al terapista);

    • nei pazienti con alterazione della sensibilità superficiale e che non sono in grado di percepire l’aumento del livello di calore sulla pelle;
  • nei pazienti psichiatrici che possono avere comportamenti o compiere azioni che metta in pericolo la loro incolumità durante il trattamento.

Quante sedute sono necessarie?

Una seduta solitamente dura massimo 30 minuti e può essere necessario fare un ciclo di 5-10 trattamenti a seconda della zona da trattare e del tipo di problematica.

I benefici si notano però già dal primo trattamento.

Laserterapia

É una tecnica che usa l’energia luminosa di un laser per ridurre il dolore e l’infiammazione, accelerare la guarigione dei tessuti danneggiati, rilassare i muscoli e stimolare la rigenerazione dei nervi.

Laser è l’acronimo di Luce Amplificata dall’Emissione Stimolata di Radiazioni.

Cosa significa tutto questo? Significa che gli emettitori di luce laser sono dei dispositivi che permettono di creare un fascio di raggi luminosi monocromatici, ovvero di un colore solo, in fase, ovvero che oscillano tutti insieme in modo uguale, altamente direzionale, nel fascio laser i raggi luminosi si muovono parallelamente con una scarsa divergenza.

Laserterapia, a cosa serve?

Le indicazioni più comuni sono rappresentate dalle tendiniti e tendinopatie inserzionali, la fascite, con particolare riferimento alla fascite plantare, infiammazione del nervo sciatico, la metatarsalgia, la sindrome del tunnel carpale e tarsale.

La laserterapia è inoltre indicata nel trattamento delle borsiti, delle capsuliti e delle contratture muscolari.

La laserterapia può determinare inoltre effetti terapeutici nell’artrosi, nel trattamento dell’edema.

Molto efficace se utilizzata i modo integrato con altre terapie fisiche come la tecarterapia o con terapie manuali.

Ha lo scopo di eliminare il dolore e combattere l’infiammazione che lo ha provocato.

L’ effetto analgesico del laser terapeutico è documentato sia in condizioni acute (post-chirurgiche) che croniche (disturbi muscoloscheletrici). Per essere efficace e consentire una gestione globale del dolore, la terapia laser deve intervenire, per quanto possibile, prima del trattamento.

L’esecuzione di una seduta di laserterapia è una procedura semplice, totalmente esente da dolore. Il fisioterapista, dopo aver individuato l’area da trattare, indossa e fa indossare al paziente degli occhiali che rendano sicura l’applicazione. Per eseguire l’applicazione di laserterapia è necessario un tempo che può variare dai 5 ai 15 minuti in virtù dell’ampiezza dell’area da trattare e la quantità di energia che il terapista intende somministrare per l’ottenimento dell’effetto terapeutico.

É importante che il terapista eviti di passare sopra ai nei.
Particolare cautela va posta nelle applicazioni di laserterapia nei soggetti di carnagione molto scura o nel persone che hanno un tatuaggio nell’area da trattare in quanto la colorazione scura aumenta l’assorbimento della laserterapia e potrebbe determinare un surriscaldamento eccessivo.

Controindicata in caso di tumore, in quanto si preferisce evitare di biostimolare cellule che possono essere già oggetto della patologia oncologica.

Non si esegue laserterapia in pazienti in gravidanza e su pazienti che presentano infezioni cutanee o alcune patologie dermatologiche.

I portatori di pace-maker possono eseguire le applicazione avendo cura di evitare la zona cardiaca che risulta controindicata anche nei non portatori di pace-maker.

Magnetoterapia

Cos’è la magnetoterapia?

Qualcuno dice che già gli antichi Egizi conoscessero e sfruttassero i campi magnetici a scopo curativo. Quel che è certo è che negli ultimi anni non si fa che parlare dei benefici della magnetoterapia. Ma in cosa consiste questa pratica fisioterapica? Quali sono i suoi ambiti di applicazione? Cerchiamo di conoscerla meglio.

Come si evince già dal nome, la magnetoterapia utilizza gli impulsi elettromagnetici al fine di aiutare nella cura di diverse sintomatologie legate a stati infiammatori o a patologie ossee. I campi magnetici pulsati interagiscono con le strutture cellulari, favorendo il recupero delle condizioni fisiologiche. Inoltre la magnetoterapia stimola la circolazione sanguigna, migliorando così l’ossigenazione dei tessuti.

All’atto pratico, questi effetti si traducono in analgesia, riduzione dell’infiammazione e stimolo al riassorbimento degli edemi. In più i campi magnetici pulsati hanno un particolare effetto di stimolazione della migrazione degli ioni calcio all’interno dei tessuti ossei, che è in grado di indurre il consolidamento della massa ossea e favorire quindi la riparazione delle fratture.

La magnetoterapia pertanto risulta efficace nella riduzione del dolore, stimola lo scambio cellulare, favorisce l’ossigenazione dei tessuti e riduce i tempi di guarigione successivi alle fratture.

Come funziona la magnetoterapia?

Chiarito che la magnetoterapia sfrutta i campi elettromagnetici per curare alcune patologie, cerchiamo di capire come funziona.

Questa terapia si serve di un apparecchio costituito da un solenoide, all’interno del quale si genera un campo elettromagnetico di frequenza variabile: da pochi hertz a qualche migliaio. Le frequenze utilizzate dipendono dal disturbo da curare. Le nostre cellule sono in grado di generare un campo elettromagnetico in risposta ad uno stimolo meccanico: questa capacità si chiama piezoelettricità e la magnetoterapia è in grado di riprodurla, velocizzando così la guarigione.

Le onde utilizzate nella magnetoterapia sono del tipo non-ionizzanti e non invasive, non presentano cioè rischio biologico per il paziente e per il professionista che applica la terapia dato che non vengono assorbite dagli organi o dai tessuti.

I più moderni apparecchi per la magnetoterapia hanno caratteristiche molto apprezzate dai pazienti: possono essere infatti utilizzati comodamente a casa grazie alla possibilità del noleggio concesso dal fisioterapista.
Naturalmente, questo non vuol dire che si possa prescindere in toto dalla supervisione di un professionista: per impostare la terapia in base alle esigenze di chi deve essere curato è necessaria la competenza di un esperto del settore. Ciò non toglie che la possibilità di noleggiare gli apparecchi per la magnetoterapia e di svolgere le sedute a casa sia una vera rivoluzione per chi ha bisogno di terapie.

A cosa si applica la magnetoterapia?

Ora che abbiamo compreso le dinamiche di funzionamento della magnetoterapia, vediamo un elenco delle situazioni patologiche in cui è consigliabile il suo utilizzo:

  • artrite, artropatie, artrosi, artrosi cervicale, artrosi del ginocchio e artrosi della spalla;
  • atrofie muscolari;
  • borsite;
  • cervicalgia;
  • colpi di frusta;
  • contratture;
  • contusioni;
  • coxartrosi;
  • cuffie dei rotatori;
  • distorsioni;
  • dolore alla schiena e dolori articolari;
  • epicondilite;
  • epitrocleite;
  • frattura del polso, dello scafoide, dell’avambraccio, del bacino, della clavicola e del collo del femore;
  • lombalgia;
  • lussazioni;
  • miosite;
  • osteoporosi;
  • periartrite;
  • ritardi di consolidazione;
  • sciatalgia;
  • strappi;
  • sublussazioni di arti inferiori e superiori;
  • tendiniti;
  • torcicollo;

Controindicazioni della magnetoterapia

Sebbene la magnetoterapia sia un tipo di trattamento decisamente non invasivo, in alcuni casi particolari ne è sconsigliata l’applicazione.

Infatti, se si hanno pacemaker o altri dispositivi inseriti nel corpo, le onde elettromagnetiche potrebbero interferire con il loro funzionamento ed è quindi meglio evitare questo tipo di terapia. Lo stesso discorso vale anche per chi ha protesi di metallo.

Infine, non è il caso di sottoporsi alla magnetoterapia durante la gravidanza e l’allattamento, ma anche in presenza di malattie cardiache, tumori o ipertiroidismo.

In generale, comunque, si può dire che la magnetoterapia è un trattamento sicuro e che le controindicazioni sono veramente poche.